
Nell’università di Seoul, in Korea, è stato condotto uno studio con lo scopo di identificare l’efficacia e il rischio di infortunio, comparando le variabili meccaniche in diversi affondi (avanti, indietro e cammino).
Tramite delle piattaforme di forza ed un sistema di evoluto di videocamere, sono state misurate le variabili cinematiche e cinetiche durante le tre tipologie di affondi. Da queste, hanno stimato i momenti articolari di anca e ginocchio e le forze di taglio che gravano sul ginocchio.
Tramite l’applicazione di speciali elettrodi (EMG), è stato valutato anche il grado di attivazione muscolare dei principali muscoli del tronco ed arti inferiori.
La massima forza di taglio sull’articolazione del ginocchio, è stata misurata negli affondi svolti in avanti, con un valore quasi triplo rispetto a quelli svolti indietro. Inoltre, si visto come negli affondi svolti indietro, vi è una maggiore attivazione del grande gluteo e quadricipite femorale.
In conclusione, si può suggerire come gli affondi indietro, sono favoriti nel raggiungere l’obbiettivo primario degli esercizi di affondo, ovvero il reclutamento e sviluppo del gluteo e quadricipite (maggiore attivazione elettromiografica). A questo, va a sommarsi anche le ridotte forze applicate al ginocchio, rispetto alle altre varianti. Da preferire quindi nei soggetti con problematiche a tale articolazione.
Park et al. Comparative Analysis of Lunge Techniques: Forward, Reverse, Walking Lunge (2016)